Harem: Curatore Fabrzio Pizzuto, 2013
Quello che succede nella pittura di Pola Wickam succede direttamente nelle dimensioni dello spazio. Lo spazio prosegue davanti a noi.
Quello che succede nella pittura di Pola Wickam succede direttamente nelle dimensioni dello spazio. Lo spazio prosegue davanti a noi. Posti davanti al quadro, sul limite della tela, ci si trova davanti a una sorta di paesaggio magico, estroflesso verso la pittura, introverso (o introflesso) verso l'intimita’ poetica di un discorso lirico.
Uno sfondamento che ragiona per stanze, quasi della mente o dell'animo... si afferrano mondi precipui in cui la pittura si articola come bordo, limite dato per abbondanza, elementi che si ripetono e si susseguono... come ombre di uomini e donne persi nella tappezzeria.
Qualcosa che riguarda Vuillard o certe foto di Namuth rappresentanti Pollock al lavoro. In quei lavori però il fulcro è sbalzato fuori dal quadro a causa dello sfondo, il soggetto ci viene incontro in primo piano. All'opposto, invece, nei lavori di Pola Wickam lo sfondo si aggroviglia pittoricamente su se stesso, contribuendo nel suo intersecarsi a creare una dimensione spaziale altra.
Una tappezzeria o mattonelle o colori proseguono lo spazio. Si tocca il limite tra il qui presunto reale e lo specchio di Alice: si iniza il percorso in un parallelo quotidiano.
Le presenze stesse sono sempre “guardate”, mai del tutto neutre, l'occhio è il punto di origine della visione, esattamente dove noi siamo. La stanza vuota o abitata è vista da un occhio appena fuori dal quadro... una donna che dorme è forse l'autore stesso, (l'autore che si mostra diverso da se stesso)... come in un sogno l'io è visto da se ma in mondi e modi aperti.
Stanze, si diceva, che sono luoghi della mente o forse dell'abitudine, ma un'abitudine “sui generis”, un quotidiano perdersi del e nel tempo, nella propria conoscenza dello spazio casalingo visto in astratto... di ogni spazio casalingo. Sovrappensiero indugiare nelle pareti a ghirigori.
Invece di sbalzare il soggetto verso fuori, il ghirigoro lo ingloba, e per magia apre la parete verso la sonnolenta visione delle stanze o della donna che riposa, delle strisce o dei quadratini che si ripetono. Immagini vicine alle rivoluzioni pittoriche astratte d'avanguardia, di queste rimane qualcosa di passionale ma che si ricostruisce in visione lirica, in immagine possibile... appena di la dallo specchio.